Smart-working, telelavoro, turni in azienda: il punto della situazione in Italia

Il 90% delle aziende italiane si dice soddisfatto dei risultati ottenuti con il lavoro agile: ecco quali potrebbero essere gli scenari del lavoro dipendente in Italia nel prossimo futuro

Il lockdown ha introdotto di fatto, e a gamba tesa, lo smart-working nelle aziende italiane, anche quelle che fino a questo momento erano state abbastanza reticenti al riguardo: secondo una ricerca realizzata Bva Doxa sono ben il 73% le aziende italiane che hanno introdotto, in questo periodo storico, delle forme di lavoro agile, dal telelavoro allo smart-working vero e proprio, per garantire una continuità operativa e ridurre le perdite economiche durante l’emergenza legata alla pandemia da Coronavirus. Di queste, il 90% si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti, sia in termini di produttività operativa sia in termini di efficienza, dimostrando di fatto che il lavoro da remoto e le diverse forme di smart-working sono una strada percorribile per molte imprese italiane. 

Smart-working e telelavoro: cosa ci aspetta in futuro?

Anzi, i risultati sono stati talmente apprezzabili da spingere molte aziende ad allungare la durata dello smart-working fino a settembre – per molte aziende del settore telefonia, banche e assicurazioni – e addirittura fino a Natale in colossi come Enel.

Sul fronte internazionale, aziende Facebook e Amazon non prevedono il rientro in ufficio a pieno ritmo dei propri dipendenti fino al 2021, mentre altre come Twitter hanno deciso di lasciare d’ora in poi ai dipendenti la possibilità di scegliere da dove lavorare, se da casa o in ufficio.

D’altra parte però, nonostante il lavoro agile si sia rivelata una buona soluzione per fronteggiare questa fase di emergenza, sul lungo periodo creatività e lavoro di squadra potrebbero risultare penalizzati: ecco perché ad esempio Google ha già iniziato a richiamare i propri dipendenti. 

Di conseguenza, possiamo aspettarci che anche in Italia in molte aziende ci sarà, appena possibile, un’inversione di tendenza che vedrà i lavoratori tornare ad occupare le proprie scrivanie in ufficio, anche se con turni e orari di lavoro ridotti o più flessibili

Anche in questo caso sarà necessario riorganizzarsi per fare spazio a queste nuove modalità di lavoro che portano con sé anche nuove esigenze e di certo prevederanno una diversa organizzazione di turni e orari di lavoro.

E tu hai già pensato a come organizzare la pianificazione dei turni in smartworking?

Turni e orari di lavoro: organizzali con StaffRoster

StaffRoster è la soluzione ideale per tutte quelle aziende che vorranno ridefinire la propria organizzazione interna secondo queste nuove forme di lavoro agile e soprattutto nel rispetto delle norme che impongono il contingentamento degli accessi e il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro. 

StaffRoster è un software per l’organizzazione dei turni di lavoro che permette di automatizzare interamente il processo di elaborazione del calendario turni di lavoro grazie ad un algoritmo che è in grado di tenere conto delle più diverse variabili:

  • Monte ore di ciascun lavoratore in base alla tipologia contrattuale
  • Fabbisogno del personale in base agli obiettivi aziendali, anche di fatturato
  • Esigenze specifiche e preferenze dei singoli lavoratori, ad esempio rispetto alla possibilità di lavorare in smart-working
  • E tanto altro ancora

StaffRoster è concepito per aiutare chi si occupa dell’organizzazione dei turni in azienda a creare una schedulazione ottimizzata, in grado di abbattere gli straordinari e rispondere alle esigenze di tutti i membri del personale. 

Grazie a report e statistiche dettagliate, il software permette di tenere sempre sotto controllo la situazione dei turni, nonché di effettuare sostituzioni dell’ultimo minuto in caso di assenze impreviste tenendo conto delle competenze di ogni singolo dipendente. Inoltre, StaffRoster è integrabile con tutti i principali software marcatempo e per l’elaborazione dei cedolini e delle buste paga. 

Un aiuto indispensabile per eliminare la confusione che sicuramente deriverà dall’adeguamento, ormai necessario, alle nuove modalità di lavoro agile nelle aziende italiane.

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